Considerazioni su Second Life, parte prima, come ci sono arrivata.

Disclaimer (di solito si mette alla fine ma preferisco chiarire le cose fin dall’inizio)
Quelle che seguono sono considerazioni del tutto personali, non sono psichiatra, psicologa, sociologa, strizzacervelli e neppure competente in materia, quelle che seguono come tutto in questo blog sono idee mie soggette a cambiare nel tempo anche in base a quello che mi dicono gli altri, sono rappresentative di come la penso qui e oggi e non possono essere usate per criticarmi magari fra vent’anni… e neanche adesso!

Qualche tempo fa avevo sentito parlare di Second Life da una mia amica, i suoi commenti erano entusiasti ma mi lasciavano piuttosto perplessa ma, dai e dai, alla fine mi sono decisa a creare un account su questo mondo con l’idea vado guardo e me ne vado tanto sarà una cavolata.

Entro e mi si chiede di scegliere un avatar, resto indecisa e poi fra quelli proposti scelgo il primo femminile che mi viene presentato, è una ragazza con un aspetto normale, l’espressione un po’ stralunata ma va bene… basta un click e mi trasferisco nella mia seconda vita.

Prima difficoltà tutto è in inglese, OK me la cavo con questo idioma ma sono molto lontana da padronarlo come vorrei, molte abbreviazioni, modi di dire e costruzioni lessicali mi mettono in difficoltà ma mi aggiro per una città (Londra?) cercando di capirci qualcosa, tutti sono vestiti in modo diverso dal mio che sembro la proverbiale ragazza di campagna finita per sbaglio in città e fanno discorsi che sarebbero più comprensibili se fossero in sanscrito, mi attacco al telefono e chiamo Anna (nome di fantasia) l’amica entusiasta, cinque minuti e lei mi raggiunge con il suo avatar e inizia a darmi spiegazioni.

Per farla breve dopo alcune lezioni incomincio a muovermi nella virtualità e se non proprio a trovarmi a mio agio almeno a non sentirmi caduta su Second Life… e incomincia la scoperta del mondo.

Per un po’ di volte mi dedico a scoprire land nuove, alcune sono bellissime altre minimali altre ancora cercano di assomigliare a località di First Life alcune sembrano sogni tradotti in pixel altre ancora incubi che manco Goya ci avrebbe provato a disegnare.

Incontro Anna che mi chiede come mi trovo, dopo averle detto le mie impressioni esordisce con un “devi incontrare la gente per capire cos’è SL”

Gironzolo e incomincio a cercare di attaccare bottone nonostante il mio inglese non perfetto visto che di italiani neanche l’ombra, o ci siamo solo io e Anna di italiane in questo universo o sono tutti mascherati con nick inglesi, tedeschi, armeni, cinesi e chi più ne ha più ne metta.

Domanda di Anna, “ma vai nelle land da adulti?” Cado dalle nuvole e anche il mio avatar riesce ad avere un’espressione interrogativa, mi viene spiegato, non ci avevo fatto caso, che le varie località hanno una classificazione “G” per tutti “M” moderate dove è meglio non esagerare a “A”, VM18 per intenderci.

Io avevo sempre capito che SL fosse una versione grafica di un gioco di ruolo, alla D&D per intenderci, e mi vene spiegato che è così ma che per molti il gioco di ruolo include il sesso virtuale anzi… è praticamente solo quello.

Mi sono detta vabbè entriamo anche in questo nuovo mondo, avevo già abilitato l’accesso agli ambienti del peccato ma non avevo neanche capito di averlo fatto e ci sono entrata.

… il seguito alla prossima puntata…

Considerazioni su Second Life, parte prima, come ci sono arrivata.ultima modifica: 2021-11-03T09:43:33+01:00da nightmarella
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